Formello è un piccolo comune a circa 30 Km da Roma, il suo nome deriva dalla parola latina “Forma” che indica i condotti o i canali scavati in epoca etrusca per far confluire le acque nei sotterranei. Il territorio è stato frequentato fin dall’età preistorica, con testimonianze rinvenute presso Valle Cancella, Terre di Bettona e Prato la Corte. In epoca etrusca nel territorio si sviluppò la città di Veio di cui rimangono tombe, manufatti tra cui l’alfabetario di Formello, importante documento per lo studio della lingua etrusca, esposto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma. Il territorio di Formello ha restituito testimonianze della civiltà etrusca di notevole importanza: la tomba a tumulo di Monte Aguzzo da cui proviene l’Olpe Chigi, esempio di vaso protocorinzio rinvenuta nell’anno 1882, la tomba Campana rinvenuta nella necropoli di Monte Michele, una tomba a camera con ricco corredo, rinvenuta nella necropoli di Valle Scurella.
Dopo la conquista di Veio da parte dei Romani nel 396 a.C il territorio si spopolò fin quando Adriano I fondò la Domusculta Capracorum tra i cui fondi esisteva il fondus Formellum. In epoca medievale il fundus entrò a far parte delle proprietà del Monastero di San Paolo Fuori le Mura. Nel 1279 divenne di proprietà degli Orsini che nel 1661 lo vendettero alla famiglia Chigi.
Tappa della Via Francigena, Formello, per i pellegrini provenienti da Nord è l’ultima tappa prima di arrivare a Roma. Oggi si presenta come un borgo fortificato articolato sulla via principale: via XX Settembre che collega la Porta da Capo con la Porta da Piedi, con palazzi ed edifici storici di particolare interesse architettonico tra i quali Palazzo Chigi, edificio che ospita al suo interno il MAV Museo dell’Agro Veientano, la Biblioteca, una Mansio e un Ostello per la gioventù. La chiesa di San Lorenzo e una seconda chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo. Fuori della “Porta da Capo” si sviluppò nel XVIII secolo il borgo di Sant’Antonio. Dal punto di vista naturalistico il territorio è caratterizzato da crinali, formazioni di tufo, fossi e boschi che ospitano numerose specie animali. Nel territorio comunale, situato all’interno del Parco regionale di Veio, si trova la Valle del Sorbo, sito di importanza comunitaria (SIC) per la presenza di valloni scavati dai ruscelli e dal fiume Cremera. Il sito è meta di pellegrinaggi spirituali per la presenza del Santuario della Madonna del Sorbo.
ARCHITETTURE CIVILI
Palazzo Chigi

Edificio risalente al XIII secolo, in origine era un bastione fortificato, ma è probabile che esistessero fortificazioni precedenti, si registra la presenza di un castrum formato da un edificio a due piani risalente all’XI secolo e di una torre a tufelli del XIII secolo. Nel XV secolo fu di proprietà della famiglia Orsini che lo adibirono a dimora signorile. Nel 1661 venne venduto alla famiglia Chigi, da cui l’edificio prende il nome, i quali sopraelevarono di un piano l’edificio inglobando la torre e realizzarono un appartamento per il cardinale Flavio Chigi nipote di papa Alessandro VII, ma anche un Museo delle curiosità naturali, peregrine e antiche. Tra le sale di maggior pregio vanno ricordate la Sala Grande, la Sala Orsini. Attualmente il palazzo è aperto al pubblico e ospita il polo culturale della città che comprende: il MAV Museo dell’Agro Veientano, la biblioteca comunale multimediale inaugurata il 27 maggio del 2000, una mansio, una sala polivalente, e l’ostello per la gioventù Maripara.


Villa Chigi – Versaglia

La villa Chigi-Versaglia, si trova in località la Villa a circa ad un chilometro e mezzo dal centro del paese. Fu costruita a partire dal 1665 per volontà di Flavo Chigi che voleva avere una residenza di campagna. Il nome Versaglia deriva dalla reggia di Versailles che il cardinale aveva visto durante un viaggio in Francia come nunzio apostolico. I lavori furono assegnati a Felice della Greca e proseguiti da Carlo Fontana. La villa è formata da un insieme di edifici costituiti dalla casa padronale, la cappella privata dedicata a San Francesco di Sales con dipinti di Giovan Angelo canini, la torre colombaia, un casino di caccia. Dopo la morte del cardinale nel 1693 la villa venne gradualmente abbandonata come testimonia una relazione dell’architetto Giacomo Palazzi del 1885. Attualmente restano le rovine, si conserva la torre colombaia a pianta quadrata che in origine costituiva l’ingresso alla villa. La cappella a pianta ellittica con lo stemma araldico sul portale e l’originaria pavimentazione interna, l’altare maggiore. Intorno numerose grotte in tufo, cuniculi uno dei quali collega la villa a palazzo Chigi, pozzi e una cisterna che raccoglie le acque delle vallate di Montefiore e Sodera. Nel giardino era presente una uccelliera affrescata da Camillo Saraceni, sculture, alberi da frutto e fontane con giochi d’acqua.
Monumento ai caduti

In Piazza Donato Palmieri, appena fuori le mura del borgo nel 1923 venne collocato il monumento in memoria dei caduti della prima guerra mondiale, realizzato da Torquato Tamagnini, scultore romano. La scultura realizzata in bronzo è composta da una figura femminile che regge con il braccio sinistro teso una corona di alloro, mentre nella mano destra ha una statua simboleggiante un piccolo mondo su cui troneggia la Vittoria. Nel basamento in travertino si trovano i nomi dei caduti
Una figura femminile in bronzo che stende un braccio che regge una corona d’alloro davanti a sé, mentre nella mano destra reca una piccola statuina simbolo della Vittoria su un mini mondo: ecco la parte superiore del monumento che il Comune di Formello ha dedicato ai suoi caduti della prima guerra mondiale. Il basamento è in travertino, con la targa che ne ricorda i nomi. Con in basso una fascia decorata con fiori, foglie di acanto e un serpente.
Fontana di For de Porta

La fontana, situata accanto alla porta di ingresso del centro storico di Formello è stata realizzata nel XVIII secolo, e fino agli anni 50 del novecento costituiva l’unica fonte di rifornimento idrico per gli abitanti di Formello. L’acqua ricca di alcuni minerali se bevuta con regolarità produce sulla dentatura macchie scure.
ARCHITETTURE RELIGIOSE
Santuario della Madonna del Sorbo

A circa tre chilometri dal centro storico, al confine tra i Comuni di Campagnano e Formello, su una rupe immersa nel verde del parco di Veio, si trova il Santuario della Madonna del Sorbo, meta dei formellesi e dei pellegrini che percorrono la via Francigena.
Nel X secolo sul colle si trovava un castellum al cui interno era presente una cappella dedicata alla Vergine Maria. Nel 1427 il cardinale Giordano Orsini, la cui famiglia era proprietaria delle terre, donò l’edificio ai Carmelitani che costruirono un monastero presso la chiesa dedicata a Beatae Mariae Castri Sorbi. Il Santuario è composto dal monastero, una torre campanaria in stile romanico e dalla chiesa il cui interno è diviso in tre navate con due altari risalenti al 1682, progettati da Carlo Fontana. Nella navata centrale sull’altare maggiore è possibile ammirare il dipinto a olio della Madonna del Sorbo, icona che secondo la leggenda aveva parlato ad un giovane pastore privo di una mano che cercava la sua scrofa allontanatasi dal gregge e la trovò tra i sorbi a pregare l’immagine della vergine. La Vergine apparve al pastore e gli fece ricrescere la mano chiedendo in cambio di chiedere ai cittadini di costruire in quello stesso posto un santuario. Nel santuario si trova anche una fontanella, che adduce le sorgenti di Carissima e Tre Cannelle alla fontana di For de Porta a Formello, che si trova accanto alla Porta d’ingresso del centro storico, un tempo l’unica fonte di approvvigionamento idrico per gli abitanti di Formello. La tradizione locale vuole che il martedì dopo il lunedì dell’Angelo si vada in gita nella valle del Sorbo per celebrare la, Festività della Madonna del Sorbo. La giornata è stata scelta dopo una lunga contesa tra gli abitanti di Formello e quelli di Campagnano Romano sull’utilizzo dei prati del parco del Sorbo in occasione della Pasquetta. La controversia si è conclusa con ordinanze emanate dai rispettivi Comuni che concedevano l’utilizzo dei prati ai campagnesi il lunedì dell’Angelo, ai formellesi il giorno seguente.

Chiesa di San Lorenzo Martire

La chiesa situata accanto a Palazzo Chigi fu costruita nella metà del 1500 sulle fondamenta di un edificio di culto medievale menzionato in una bolla papale del 1033, su progetto di Guidetto Guidetti, architetto collaboratore di Michelangelo. L’interno con un soffitto a cassettoni in legno risalente al 1800, è suddiviso in tre navate e cinque cappelle. Gli affreschi sono stati attribuiti agli allievi della scuola del Vasari. Diverse opere sono di Donato Palmieri da Formello come ad esempio la Madonna in trono con Bambino e San Lorenzo in carcere che battezza il suo carceriere. L’altare maggiore risale al 1744, realizzato in marmi colorati era originariamente destinato alla chiesa di Sant’Apollinare di Roma. All’interno si conserva una meridiana, analoga a quella della basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. Commissionata nel 1795 dal parroco della vicina Chiesa di San Michele Arcangelo, Luigi De Sanctis, appassionato di matematica e astronomia, venne smantellata nel 1958 per rifare il pavimento e ricostruita nel 2008 da Mario Catamo con la collaborazione di Cesare Lucarini e ricollocata nel posto originario. Serviva per rilevare il mezzogiorno e accordarlo con l’orologio della torre campanaria. Il Campanile con bifore e mattoni in tufo risale al 1400, per realizzarlo venne murata la porta centrale di ingresso. Nel 1677 venne restaurato con l’attuale copertura in zinco perchè danneggiato da un fulmine. San Lorenzo è il patrono della città festeggiato il 10 agosto.

Chiesa di San Michele Arcangelo

A pochi passi dalla piazza principale la chiesa di impianto romanico dedicata a San Michele protettore del male. Viene citata per la prima volta nel 1236, ristrutturata tra la fine del 500 e la prima metà del 600, conserva al suo interno tracce della decorazione tardo quattrocentesca. Tra gli affreschi riportati alla luce dopo alcuni sondaggi, troviamo una rappresentazione della Madonna con Bambino e Santi in controfacciata, una raffigurazione delle storie di San Michele Arcangelo nella zona absidale, uno stemma di Gentil Virginio Orsini che permette di datare gli affreschi tra il 1487 e il 1497, con attribuzione degli stessi alla bottega di Antoniazzo Romano.
Realizzata in tufo con tracce di muratura sulla facciata e sul campanile con bifore chiuse da mattoncini, presenta un portone centrale risalente al XV secolo. L’interno a navata unica mostra elementi decorativi datati al 1630. Negli anni ‘90 del secolo scorso il crollo del campanile dovuto alla caduta di un fulmine, causò ingenti danni al tetto, che fu ripristinato ad opera della Soprintendenza Architettonica del Lazio nei primi anni del 2000.
La chiesa viene aperta soltanto in rare occasioni.
AREE ARCHEOLOGICHE
Catacombe di Monte Stallone
Situata a 9 km dal centro storico di Formello, la Catacomba risalente al IV secolo d. C, è stata scoperta negli anni 60 del secolo scorso. Al suo interno 5 gallerie e un cubicolo, la catacomba è occupata principalmente da tombe a loculo e pavimentali. I sepolcri erano sigillati da malta, tegole o mattoni. Le pareti erano rivestite da intonaco bianco o colorato.
Si accede dal fianco est della collina di Monte Stallone da cui prende il nome.La catacomba è aperta l’ultima domenica del mese oppure in occasione di eventi.
AREE NATURALI
Parco regionale di Veio

Il parco regionale di Veio è un’area naturale protetta compresa tra la via Flaminia, la via Cassia e la provinciale Campagnanese. Il territorio interessa il cosiddetto Agro Veientano, dominato dalla città etrusca di Veio. Il Parco Regionale di Veio è il quarto parco del Lazio per estensione e ingloba ben nove comuni a nord della Capitale: Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano Romano, Mazzano, Morlupo, Riano, Sacrofano e il XV Municipio del Comune di Roma
Ben 15.000 ettari in cui natura, storia e cultura si fondono in un paesaggio di inestimabile valore.
Il Parco è interessato da 99 chilometri di sentieri, tra di essi vi è un tratto di Via Francigena.
Dolci rilievi collinari si alternano a profonde forre boscose percorse da corsi d’acqua e a fondivalle pianeggianti. Cascate, boschi, estesi pascoli, necropoli e tagliate scavate nel tufo dagli Etruschi possono essere ammirati lungo i sentieri. I tracciati del Parco sono oggi segnalati con la numerazione del CAI (Club Alpino Italiano) e sono inseriti all’interno dell’archivio nazionale. Numerose le tracce di frequentazione in epoca passata, Etruschi, Falisci e Romani, popolazioni che lo hanno abitato nel tempo la zona interessata oggi dal parco.
Valle del Sorbo

La Valle del Sorbo è situata lungo il corso del fiume Cremera all’interno del Parco di Veio. Si sviluppa in una vallata circondata da colline boscose, con ampi pascoli e querceti. È stata riconosciuta come SIC, Sito di importanza comunitaria, per la presenza dei valloni tufacei solcati da torrenti. Lungo i versanti collinari nei pressi delle forre l’area conserva la tipica vegetazione delle zone umide. Lungo il fiume è possibile ammirare diverse cascate naturali, due in zona Grottefranca e una in zona Pisciacavallo. Fra le specie faunistiche si incontrano il serpente cervone, la salamandrina dagli occhiali. Nelle acque del Cremera abita il ghiozzo etrusco. Tra gli uccelli il nibbio bruno e l’averla piccola.
Cascata dell’inferno
La cascata si trova nella Valle del Sorbo, formata dalle acque di un affluente del fiume Cremera, si tuffa in una forra. Viene chiamata dell’inferno perché si trova in prossimità di una gola rocciosa. Il percorso per raggiungerla è segnato per la parte superiore della cascata, mentre la vista dal basso con relativo laghetto è di più difficile accesso e non segnalata. La zona è caratterizzata da una ricca fauna, tra cui la salamandrina dagli occhiali e un fitto bosco. Negli ultimi tempi il sentiero non è stato battuto ed è attualmente non praticabile. Si consiglia di contattare il Parco di Veio per verificarne la fattibilità.
Cascata della mola

All’interno della Valle del Sorbo si trova la cascata della Mola, in riferimento ad un mulino ad acqua ora diroccato, raggiungibile attraverso un tragitto poco impegnativo. Il percorso è semplice e ben segnalato. Si parte dalla piazza centrale per poi proseguire in Viale Umberto dove si trovano i cartelli con le indicazioni per il Sorbo, a circa 2,5 Km dal centro. Nei pressi della Mola è presente un antico ponte in pietra che sovrasta il fiume Cremera. Il fiume è sbarrato in corrispondenza dell’antica Mola da una diga che produce una cascata avente un salto di 18 metri. Ai sui piedi forma un piccolo laghetto circondato da querce secolari.
MUSEI
Museo Agro Veientano
Il Museo Civico dell’Agro Veientano MAV nasce nel 1992. È situato all’interno del prestigioso Palazzo Chigi, restaurato con i fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio, della ex Provincia di Roma, del Comune e di vari sponsor privati.
L’esposizione mostra la storia del territorio nelle varie epoche: protostorica, etrusca imperiale romana. Al suo interno raccoglie interessanti reperti ed oggetti datati tra il IX secolo a.C. e il XV secolo d.C., rinvenuti durante le ricerche archeologiche nel territorio dell’Agro Veientano.
Tra gli oggetti esposti citiamo il pannello in marmo con l’altorilievo raffigurante Mitra con il Toro, due statue in marmo bianco, prive della testa, raffiguranti un personaggio maschile con panneggio intorno ai fianchi detta “l’Imperatore”, situata nel cortile interno di Palazzo Chigi e un Priapo in vesti femminili la Maripara. Dalla sala Della Rovere è possibile affacciarsi all’interno della chiesa di San Lorenzo per ammirare la meridiana. È inoltre possibile salire fino alla Torre Civica realizzata dagli Orsini e ricreata sulle basi della torre duecentesca, dall’architetto torinese Andrea Bruno per ammirare il panorama. La scala monumentale creata all’interno della torre fa parte del circuito museale, ogni gradino di cristallo ricorda una tappa della via Francigena.
Museo del Mutuo Soccorso
Il Museo del Mutuo Soccorso si trova al primo piano del Palasalute al cui esterno si trovano i murales realizzati da Richard Woods. L’esposizione è finalizzata alla valorizzazione e alla salvaguardia dei beni delle società di mutuo soccorso, attraverso pannelli informativi che raccontano il fenomeno del mutualismo. L’esposizione vanta una ampia testimonianza tra documenti, regolamenti, libri, materiali simbolo della società, tra i quali la stretta di mano, medaglie e cimeli riconducibili a più di duecento enti e società presenti in Italia e all’estero.
FRAZIONI
Le Rughe
La frazione le Rughe è nota per essere il centro dove si allena la Società Sportiva Lazio Nella zona sono state attestate presenze risalenti all’epoca preistorica, e successivamente etrusca con la città di Veio. Dopo la conquista romana di Veio nel 396 a. C., il territorio venne abbandonato fino al 780, quando Papa Adriano I fondò la Domusculta Capracorum. Il centro decadde successivamente, in seguito alle incursioni saracene del IX secolo. Oggi la località si compone di ville residenziali immerse nel verde del Parco Regionale di Veio.
La Selvotta-Due Torri
La frazione Selvotta ospita un parco natura di circa 10 ettari compreso all’interno del Parco Regionale di Veio. Il parco oltre ad essere un punto di conoscenza per la natura del territorio, con numerose specie animali e vegetali offre la possibilità di ammirare l’acquedotto etrusco realizzato in blocchi tufacei, considerato il più lungo ed importante del Lazio, in un perfetto stato di conservazione. Dal parco della Selvotta è possibile percorrere numerosi sentieri naturalistici alla coperta del paesaggio locale, uno di questi conduce nei pressi di uno stagno, che durante i mesi invernali a causa delle oscillazioni climatiche e alla presenza di una pianta facente parte della famiglia delle Azolla, cambia colore acquisendo un colorito roseo-violaceo.
Monte Massaruccio
Situato a nord di Formello il territorio confina con l’area archeologica di Veio. La zona è caratterizzata da 50 km di cunicoli scavati nella roccia risalenti all’epoca etrusca, si tratta di opere per la regimentazione ed il drenaggio delle acque. Uno di questi è il Cunicolo Olmetti, lungo circa 4 km, ancora oggi perfettamente funzionante. Ha inizio in località. Monte Massaruccio e dopo aver attraversato il territorio di Formello sfocia in un fosso collegato al Cremera, con una cascata alta circa 4 metri.