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La cittadina di Bracciano è situata sulle alture dei Monti Sabatini affacciata sul lago omonimo, uno dei più grandi laghi vulcanici in Europa. Il centro storico di Bracciano si snoda intorno al maestoso Castello Orsini Odescalchi, con edifici costruiti in pietra lavica locale. Le sue origini non sono ben conosciute, si fa risalire il nome al Castrum Brachiani, sorto in seguito alle incursioni saracene del IX secolo, che spinsero i proprietari terrieri a costruire fortificazioni e castelli nelle zone interne. Nel XI secolo il territorio fu di proprietà della famiglia dei Prefetti di Vico, ai quali si deve la trasformazione della torre, situata in cima alla collina di S. Giacomo, in roccaforte. Nel 1419 la struttura struttura realizzata dai Braccio, condottieri che militavano nelle truppe papali, venne ceduta in vicariato per tre anni, agli Orsini di Tagliacozzo che militavano nelle truppe di Braccio. In segno di amicizia tra le due casate venne realizzato lo stemma con il braccio che regge la rosa. Con l’istituzione del Feudo Orsini, il modesto borgo di pescatori ed agricoltori, si trasformò in una fiorente cittadina.. Nel 1560 Papa Pio IV investì Paolo Giordano I Orsini del titolo di duca di Bracciano, in occasione delle sue nozze con Isabella De Medici, Figlia di Cosimo I. Orsini favorì lo sviluppo economico del territorio, facendo costruire un acquedotto che attingeva dalla Fiora. Sulla sorgente dell’acquedotto fece costruire la cappella di Santa Maria della Fiora (oggi rudere). Il duca favorì inoltre nuove attività commerciali, quali la lavorazione del ferro, dello zolfo, degli arazzi. Gli Orsini amministrarono il feudo fino al 1696, quando a causa di problemi economici furono costretti a cedere il ducato alla famiglia Odescalchi. Nel 1803 anche gli Odescalchi trovandosi in difficoltà economiche furono costrette a cedere il ducato ai Torlonia, ma nel 1848 Livio III Odescalchi lo riacquistò grazie alla dote ricevuta con il matrimonio contratto con la principessa Sofia Branicka. Nel 1849 Bracciano è diventata stazione della linea ferroviaria Roma Viterbo. Nei primi anni del Novecento divenne sede del Reggimento di Addestramento di Artiglieria. Durante la seconda guerra mondiale Bracciano fu teatro di scontri tra l’esercito Regio e le truppe tedesche, durante gli scontri perse la vita Udino Bombieri, oggi ricordato da un monumento posto nei pressi del luogo dei combattimenti. Il territorio di Bracciano è suddiviso in quattro Rioni: Monti, Borgo, Stazione e Cartiere, corrispondenti alle zone del centro cittadino, a cui si aggiungono zone abitative di recente realizzazione: Bracciano Nuova, Rinascente, Montebello e il Lungolago e da diverse Frazioni: Vicarello, Pisciarelli, Vigna di Valle, Castel Giuliano e Sambuco.
ARCHITETTURE CIVILI
Castello Orsini-Odescalchi
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Il castello, che prende il nome dalla Famiglia Odescalchi proprietaria dal 1696, troneggia il centro storico della cittadina. Di forma pentagonale, è caratterizzato da alte mura e torri circolari. La sua struttura originaria quadrangolare con torri angolari, risale al XIII secolo ed è stata inglobata all’interno della struttura pentagonale risalente al XV secolo, a seguito di un intervento di restauro commissionato dalla famiglia Orsini, in particolare da Napoleone Orsini e in seguito da suo figlio Virginio, che a partire dal 1470 trasformarono l’antica rocca dei Di Vico, in dimora signorile, con una perfetta fusione di edilizia militare e civile. Pochi anni dopo, nel 1481 venne ospitato nel castello papa Sisto IV, giunto a Bracciano per sfuggire alla peste che devastava Roma. Nel 1484 il castello venne saccheggiato dalle truppe di Prospero Colonna. Successivamente il castello venne ristrutturato e negli anni novanta del quattrocento, vennero realizzati gli affreschi nell’ala Nord ad opera del pittore Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano. Il Castello ospitò nel 1494 Carlo VIII Re di Francia in marcia su Roma, il gesto procurò la scomunica papale per Gentil Virginio Orsini. Due anni dopo Papa Alessandro VI Borgia dichiarò guerra a Bracciano, ma non riuscì ad espugnare le fortificazioni del castello. Nel XVI secolo un nuovo intervento di restauro venne commissionato da Paolo Giordano I Orsini, in occasione delle nozze con Isabella De Medici. Risalgono a questo periodo gli affreschi realizzati in alcune stanze da parte degli Zuccari. Nel 1696 gli Orsini hanno venduto il ducato agli Odescalchi, attuali proprietari. Tra il 1803 e il 1848 il castello fu di proprietà della famiglia Torlonia. Livio III Odescalchi lo riacquistò nel 1848 grazie al patto dello “ius redimenti”. Sul finire del XIX secolo l’architetto Raffaele Ojetti realizzò importanti lavori di restauro ripristinando la rocca vecchia, i loggiati e l’arco di accesso del cortile interno.
Palazzo Comunale
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Edificio costruito tra il 1619 e il 1636 come sede per la Comunità. L’edifico ebbe da subito problemi di stabilità risolti nel 1770, per questo motivo subì una serie di interventi di consolidamento e restauro che risolsero il problema con i lavori effettuati intorno al 1770 dall’architetto Virginio Bracci. La facciata originaria aveva nei primi due piani loggiati aperti ed era stata ideata nel 1630 dall’architetto Orazio Turrani. I loggiati vennero chiusi dal Bracci per dare maggiore stabilità all’edificio. Il Palazzo era sede della magistratura cittadina, oltre ad essere la casa del segretario comunale. Ospitava anche la scuola ed il teatro realizzato per volontà del principe Livio I Odescalchi e demolito nel 1876. Alla fine del 1800 venne realizzata la balaustra che corona la facciata principale che affaccia su Piazza 4 Novembre. Il cancello utilizzato ancora oggi e sulla cui serratura sono ancora visibili l’anno di fabbricazione,1770 e la firma del fabbro Laurenti, venne spostato sul prospetto anteriore.
Le mura
Intorno al XII secolo il borgo era difeso a nord dall’orografia del terreno e dalla rocca dei Di Vico, a sud dalle case fortificate, di cui restano a testimonianza le case torri di via Fioravanti. Le mura rinascimentali della città, visibili in un affresco degli Zuccari, hanno cinto il borgo fino al XVII secolo, ed erano cinte a sud da un fossato naturale. Oggi sono quasi del tutto integre e seguono un tracciato irregolare, con cinque torri alte 10-12 metri. L’ingresso alla città avveniva da due porte principali difese da ponti levatoi in legno, Porta Santa Maria, situata nei pressi di via Umberto I e Porta Falsa, situata nell’area privata del castello. Gli Orsini fecero costruire una nuova cinta muraria a protezione del borgo, comprendendo all’interno il convento di Santa Maria Novella. La cinta muraria ebbe un ruolo importante nell’impedire alle truppe papali di Alessandro VI Borgia di accedere nella cittadina. Nel 500 i ponti in legno vennero sostituiti con quelli in muratura.
Il Belvedere della Sentinella
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Il Bastione della Sentinella venne realizzato nel 1496 per impedire l’accesso alle truppe di Papa Alessandro VI Borgia. In origine era alto venti metri, oggi è parzialmente interrato. Tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento su progetto dell’architetto Giovenale venne realizzato il parapetto in tufo. Negli anni venti del novecento venne realizzato un ponte in muratura dal quale si accede a Piazza Mazzini. Attualmente il bastione del margine est delle mura è un panoramico belvedere sul lago e sui monti circostanti.
Fontana del Palazzo Comunale
Realizzata nel 1741 da Mario Asprucci, architetto di fiducia della famiglia Odescalchi, per decisione del Consiglio della comunità di Bracciano e per approvazione della Sacra Congregazione del Buon Governo. Alla realizzazione contribuirono diversi artigiani, tra i quali mastro Ottavio Pierini incaricato di rifornire il travertino per la costruzione. Per alimentare la fontana venne concesso l’uso dell’acquedotto realizzato dal duca Odescalchi per alimentare i suoi opifici. Il costo iniziale per la realizzazione era stato stabilito in 400 scudi. Al termine costò complessivamente 1660 scudi. Nel 1934 la fontana venne ristrutturata dal signor Bresciani a seguito della spaccatura della vasca superiore, dovuta alla scarsa qualità del travertino usato in fase di costruzione.
Fontanile del Mattatoio
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Il fontanile, realizzato nel 1511 per volontà della famiglia Orsini che, come indicato nell’iscrizione, lo donarono alla comunità per abbeverare la popolazione, i viaggiatori ed il bestiame, poiché all’interno delle mura l’unico modo per raccogliere l’acqua era basato sulla raccolta in cisterne delle acque piovane. Gli elementi decorativi della fontana sono un richiamo ai simboli della famiglia Orsini. Nella parte esterna sono scolpiti tre stemmi tra i quali due braccia che tengono in mano una rosa in omaggio alla comunità di Bracciano. Nel 1861 il fontanile è stato ristrutturato dal Comune.
Idroscalo degli Inglesi
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Realizzato nel 1937 come scalo per gli idrovolanti diretti in Sudafrica della compagnia Imperial Airways, la prima a percorrere il trasporto aereo a lunga distanza. Gli edifici necessari per l’attività dell’aerostazione ed il lungo molo per raggiungere gli aerei, vennero realizzati dagli inglesi tra il 1937 ed il 1938. Lo scalo ebbe termine nel 1940.
Palazzo Patrizi, Castel Giuliano
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Il Palazzo Patrizi, antica tenuta di campagna, è stato costruito in epoca medievale su un antico insediamento etrusco e romano, Si tratta di un edificio baronale appartenuto alla famiglia dei Venturini e in seguito agli Orsini, in epoca rinascimentale divenne di proprietà dei marchesi Patrizi Naro Montoro. Dopo un lungo periodo di abbandono il palazzo con il relativo parco sono stati ristrutturati sotto la direzione dell’architetto Sebastiano Cipriani. All’interno vennero realizzate numerose decorazioni ad affresco da parte di Giuseppe Passeri. Nello stesso periodo venne ricostruita la chiesa gentilizia, intitolata a S. Filippo Neri. All’esterno il parco di circa 5 ettari, venne organizzato a giardino lussureggiante, dove natura spontanea e verde ornamentale si fondono. Caratteristica del giardino è il roseto, realizzato dalla marchesa Umberta Patrizi Montoro, circa trenta anni fa. Nel giardino si svolge ogni anno nel mese di maggio la Festa delle Rose mostra mercato di rose antiche.
ARCHITETTURE RELIGIOSE
Duomo di Santo Stefano
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Il Duomo, conosciuto anche come Chiesa Collegiata di Santo Stefano Protomartire, risale al XIII secolo come chiesa privata della famiglia Orsini. Nel 1427 divenne chiesa parrocchiale, nel 1550 venne ampliato poiché le dimensioni erano inadeguate ad accogliere la popolazione. Nel 1554 i lavori dovevano essere terminati visto che in quell’anno venne celebrata la prima festa del santo patrono San Sebastiano e nel 1591 divenne Collegiata. Nel Seicento venne rifatto il campanile, colpito per due volte dai fulmini; sul nuovo campanile venne collocato il primo e unico orologio del paese. Nel 1638 venne incaricato l‘architetto Orazio Turriani per un nuovo ampliamento della chiesa. L’edificio venne strutturato a croce latina, suddiviso all’interno in tre navate divise da due file di pilastri. Nel 1685 venne realizzato l’altare maggiore in muratura, in sostituzione del precedente in legno, sul quale si trova il quadro donato dalla famiglia Orsini, del martirio di Santo Stefano dipinto da Giacomo Zoboli e la pala d’altare di Giacinto Gimignani raffigurante San Sebastiano. Nella parte bassa dell’altare si trova lo stemma Orsini, i capitelli sono invece decorati dalla navicella simbolo della famiglia Odescalchi Nel 1760 venne completata la facciata esterna in stile barocco con colonnette corinzie e timpano. Tra il 1869 e il 1873 venne realizzata la gradinata di accesso a due rampe. Nel 1886 venne rifatto l’interno sostituendo il pavimento in cotto con il marmo, e decorando le pareti con dipinti a tempera realizzati da Wolfango Conti, con il contributo della principessa Sofia Branicka Odescalchi. Nei primi anni del novecento vennero eliminati i finti marmi e la cappella dedicata a Sant’Antonio venne adibita ad ospitare la macchina processionale con le tavole del SS Salvatore. All’interno ospita il Museo del Duomo.
Chiesa di Santa Maria Novella
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Il convento e la chiesa di Santa Maria Novella vennero fatte costruire dal Cardinale Giordano Orsini nel 1436, per permettere ai frati Agostiniani di trasferirsi da San Liberato a Bracciano. Situata al centro del paese venne consacrata nel 1580. Nei primi anni del 1600 venne realizzato il campanile. All’interno si trovano due cappelle realizzate dall’architetto braccianese Orazio Turriani, L’altare maggiore con il paliotto intarsiato è stato costruito da Domenico Rainaldi, le statue di San’Agostino e Santa Monica sono state realizzate da Giovanni Francesco Torriani. Nel 1797 la chiesa venne ristrutturata su un progetto dell’architetto dell’ordine Agostiniano Nicola Faggioli. Nell’abside si possono ammirare le pale d’altare realizzate dal pittore polacco Taddeo Kuntze che rappresentano l’Assunzione della Vergine Maria e tre tele di Giuseppe Tori frate agostiniano e pittore. Con la soppressione dell’ordine religioso nel 1873 il convento divenne di proprietà del Comune. La chiesa rimase attiva per il culto e le funzioni religiose, mentre il convento venne adibito ad uso pubblico. Attualmente all’interno del convento si trova il Museo Civico di Bracciano, l’archivio storico e alcuni uffici amministrativi.
Chiesa della Visitazione
La Chiesa della Visitazione progettata 1641 da Orazio Turriani, come convento per le Clarisse che vi entrarono il 16 giugno del 1669. Prende il nome da un dipinto a olio raffigurante la Visitazione. La spesa per la realizzazione fu sostenuta dal duca Flavio Orsini. Nell’Ottocento venne abbandonato a seguito della soppressione del Convento da parte dei decreti napoleonici. Nel 1834 le suore agostiniane del Divino Amore, si stabilirono nel Convento istituendo un collegio per l’educazione femminile. Per questo motivo l’edificio venne ristrutturato per volontà di Marino Torlonia con il contributo dell’amministrazione Comunale e di benefattori. Oggi la chiesa è in stile neoclassico, della chiesa originaria resta un’edicola dipinta in controfacciata e la mensola del tabernacolo dell’altare maggiore. Dal 1908 la chiesa divenne di proprietà del Comune, che decise di lasciare la chiesa aperta al culto e riservare parte del convento alle due monache ancora viventi. Nel 1910 l’edificio venne venduto, imponendo alle monache di andarsene. La chiesa rimase aperta al culto, ma il convento venne definitivamente abbandonato. Negli anni Venti il convento venne trasformato in case popolari, mentre la chiesa è rimasta aperta al culto.
Chiesa di San Sebastiano
La chiesa di San Sebastiano è una delle più antiche del paese, situata accanto all’Ospedale Vecchio struttura caritativa che accoglieva i malati, i poveri e i forestieri. Venne edificata nel XV secolo per volere della comunità locale. Nel 1459 la chiesa venne donata agli Agostiniani dal Vescovo di Bracciano, nell’atto si precisava che i monaci avrebbero dovuto celebrare una messa a settimana e due nel mese di maggio. Il vicino Ospedale risulta presente nel catasto gregoriano del 1819, medicinali e oggetti di uso ospedaliero erano dono della principessa Sofia Branicka Odescalchi. Venne ristrutturato tra il 1856 e il 1858 dall’architetto Ignazio Del Frate per volere della famiglia Odescalchi, e ampliato pochi anni dopo dall’architetto Luca Carimini che rifece la facciata che ingloba la chiesa di San Sebastiano. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi la chiesa divenne di proprietà dello Stato e in seguito del Comune di Bracciano a cui il principe Baldassarre Odescalchi donò anche l’ospedale. Nel 1910 vennero realizzate delle infermerie militari a spese del Poligono Militare di Bracciano. Nel 1977 l’ospedale venne trasferito nella sede attuale. All’interno della chiesa nell’abside è conservato un affresco attribuito alla scuola di Antoniazzo Romano in cui è rappresentata la Madonna con Bambino tra i Santi Stefano, Pietro, Paolo e Sebastiano e nella calotta tra due angeli Dio. La mensa in marmo dell’altare, posizionata nel 1473, è stata realizzata con parte di una epigrafe di epoca romana risalente al I secolo d.C., proveniente da Forum Clodii.
Chiesa della Misericordia
La chiesa venne costruita per volere della Confraternita della Misericordia, detta anche Compagnia della Buona Morte, perché portava conforto ai condannati a morte e si incaricava di dare loro una degna sepoltura. La Confraternita era presente a Bracciano dal XVI secolo. La prima chiesa venne demolita e nel 1632 venne realizzata quella attuale. L’interno a navata unica ha sull’altare un dipinto ad olio in stile caravaggesco raffigurante la Decollazione di San Giovanni Battista, in memoria dell’affiliazione con la Confraternita di San Giovanni Decollato dei Fiorentini.
Chiesa di Santa Maria del Riposo
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La chiesa è stata consacrata nel 1573, inizialmente era una piccola cappella dedicata a Santa Maria del Sasso. Si trova in prossimità delle scuderie Odescalchi, alle pendici del lago di Bracciano. Una leggenda popolare la lega ad una giovane donna di nome Sabazia, unica superstite della catastrofe che vide lo sprofondamento nel lago della città. La ragazza ebbe istruzioni di correre senza voltarsi e si fermò dove oggi sorge la chiesa. Non ci sono molte testimonianze storiche della presenza di edifici precedenti, ma è lecito pensare che a chiesa venne costruita su una struttura sacra precedente. Venne realizzata dall’architetto Giovani Lippi, detto Nanni di Baccio Bigio. La semplicità della facciata esterna contrasta con la ricchezza decorativa interna L’interno a pianta centrale, conserva affreschi in stile manierista attribuiti ai fratelli Taddeo e Federica Zuccari. Nelle cappelle laterali sono raffigurate La strage degli Innocenti e l’Assunzione della Vergine Maria, opere probabilmente commissionate da alcune famiglie locali, è stato identificato uno dei due stemmi presenti, appartenente alla famiglia Pagnotta. L’altare maggiore è spoglio a causa di un intervento di ristrutturazione che ha eliminato l’altare realizzato nell’Ottocento. I lavori di restauro hanno consentito il ritrovamento di un dipinto del XV secolo raffigurante una Madonna con Bambino. Dal 1972 è sede dell’associazione culturale Forum Clodii.
Chiesa di S. Lucia degli agricoltori
La chiesa antica, con annesso terreno fu donata da Paolo Giordano Orsini nel 1580, ai padri Cappuccini perché potessero fondare una loro comunità a Bracciano. L’atto fu perfezionato con rogito notarile di Nicola Salsa il 12 maggio 1586. Nei primi anni del Seicento venne costruito il convento con il piccolo chiostro su disegno di Michele da Bergamo, frate cappuccino e architetto. In seguito demolita, venne ricostruita nel 1700 con il materiale proveniente della chiesa precedente. All’interno sull’altare maggiore sono collocate tre tele. La tela centrale raffigura la Madonna Immacolata del Rosario tra i santi Francesco e Lucia. Ai lati due piccole cornici racchiudono un reliquiario con le effigi dei santi Giusta e Donato, le cui reliquie sono state collocate nella pietra sacra dell’altare maggiore. Nel coro stalli in legno del XIX secolo e dipinti a olio del 700. Nel 1873 il convento fu venduto ad un certo Cionci, e poi ricomprato dalla duchessa Carolina Keufstein Odescalchi monaca di Tor de Specchi, che lo donò ai Cappuccini. Durante la seconda guerra mondiale il convento venne occupato dai tedeschi, che causarono ingenti danni soprattutto alla biblioteca. Dopo un lungo lavoro di restauro sono stati recuperati circa 80.000 volumi tra i quali un centinaio di cinquecentine.
Chiesa del Sacro Cuore
L’edificio dove è situata la chiesa e l’annesso convento è stato realizzato tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento come residenza privata della famiglia Bellotti. Venne in seguito acquistato dai Floridi che fecero costruire la scuderia, un granaio e una casa colonica. Gli eredi dei floridi nel 1911 hanno venduto la proprietà, ormai abbandonata a Monsignor Bernardo Doebbing, Vescovo della diocesi di Sutri e Nepi, che acquistò per conto di una congregazione di suore americane, che volevano a loro volta donarlo alle agostiniane del Divino amore alloggiate nel convento di via XX settembre. La costruzione del convento iniziò subito dopo l’acquisto e comportò la demolizione delle strutture precedenti, tranne la villa. Nel 1912 le suore si trasferirono nel convento. La chiesa venne costruita nel 1914 e fu consacrata il 15 agosto dell’anno successivo da vescovo Luigi Maria Olivares.
Chiesa di San Rocco, Castel Giuliano
La chiesa si trova in prossimità del borgo di Castel Giuliano, originariamente era dedicata alla Santissima Croce, ha una struttura semplice tipica delle costruzioni rurali. Venne realizzata per conto della famiglia Patrizi e consacrata nel 1683. Il campanile a vela e il grande affresco rifinito a secco situato nell’altare maggiore, sono stati realizzati nel Settecento. La pala centrale raffigura la Deposizione di Cristo con Maria Maddalena e gli apostoli Pietro e Giovanni. Nelle nicchie sopra le porte sono raffigurati San Rocco e Sant’Antonio Abate, in basso due stemmi. Per realizzare la porta di accesso al cimitero adiacente, nell’Ottocento una delle due porte dipinte ai lati dell’altare è stata aperta danneggiando l’affresco. In origine al posto della scala di accesso era presente una rampa sterrata.
Chiesa di San Filippo Neri, Castel Giuliano
La chiesa in origine era stata costruita nel 1660 dalla famiglia Patrizi all’interno della loro tenuta, dedicandola a San Filippo Neri di cui era molto devoto il marchese Patrizio Patrizi di Giovanni. Venne ristrutturata e ampliata nel XVII secolo. Quando divenne troppo piccola per accogliere i fedeli, la famiglia Patrizi cedette una parte dei terreni fuori dalle mura del castello per costruire una nuova chiesa dedicandola nuovamente a San Filippo Neri. La costruzione della nuova chiesa iniziò negli anni cinquanta e venne consacrata nel 1955 dal cardinale Eugenio Tisserant, vescovo della Diocesi di Porto e Santa Rufina e dedicata al Santissimo Crocifisso.
Chiesa di San Lorenzo, Pisciarelli
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Originariamente dedicata a San Pietro, la chiesa venne costruita nell’antico borgo di Pisciarelli a poca distanza da Bracciano, intorno al 1550 su commissione di Paolo Giordano Orsini. L’edificio attuale risale al XVIII secolo, periodo in cui venne rifatto anche l’altare maggiore in marmi policromi. Nell’abside si trova un affresco del 1745 del pittore Viterbese Vincenzo Strigelli raffigurante l’Assunzione della Vergine e i santi Lorenzo e Francesco. Nelle pareti laterali si trovano pitture della scuola romana risalenti al Settecento. Nella sagrestia è custodita la macchina processionale in legno del XVII secolo, con le reliquie del santo e i simboli della passione di San Lorenzo. L’interno della chiesa è a navata unica con quattro cappelle circolari.
Tenuta e Chiesa di San Liberato, Vicarello
La chiesa di San Liberato sorge nei pressi della città romana di Forum Clodii posto sulla via Clodia.
La chiesa sarebbe sorta sulla tomba dei martiri cristiani Marciano, Macario e Stratoclinio vissuti nel III-IV secolo d.C. Il documento più antico della chiesa risale al IX secolo quando l’edificio era conosciuto con il nome di ecclesia Sancti Marciani, legata al culto di San Marciano. La struttura era ad aula senza abside, probabilmente era presente una cripta semi anulare. Nel X secolo venne realizzata una piccola navata a cui si aggiunse successivamente l’abside affrescato. Il campanile venne realizzato tra il XII ed il XIII secolo. Nel XV secolo divenne di proprietà degli Agostiniani, che introdussero il culto di San Liberato, seguace di Sant’Agostino. Agli agostiniani si deve la realizzazione dell’abside e della cappella di San Liberato. Gli affreschi raffigurano la Vergine con ai lati i santi Marco e Marciano. Nella seconda metà dell’Ottocento la chiesa divenne di proprietà statale e fu in seguito acquistata dalla famiglia Odescalchi. Attualmente è di proprietà della famiglia Sanminiatelli. Nel 1965 l’architetto Russel Page ha realizzato un giardino con flora autoctona e specie di importazione.
AREE ARCHEOLOGICHE
Terme di Vicarello
Le terme erano frequentate fin dall’epoca neolitica a partire dal IV secolo a.C. vennero adibite dai romani, da fonti libere ad acque terapeutiche con strutture in muratura. Il complesso si articolava in due parti, una vicina alla fonte composta da una piscina e ambienti con sedili, l’altra situata a nord era composta da un ninfeo con la statua dedicata ad Apollo e un grande edificio rettangolare. Nelle vicinanze dovevano trovarsi il tempio dedicato alla divinità ed uno dedicato ad Esculapio. Il sito venne frequentato fino al IV secolo d.C., e riprese poi a partire dal 1400 fino ad oggi. Nel 1930 la gestione venne affidata alla congregazione di Nostra Signora di Muhlhausen. Durante la guerra venne occupata dai tedeschi ed ospitò un piccolo ospedale militare. Attualmente le terme sono chiuse e abbandonate. Le acque ritenute in passato emanazioni benefiche di Apollo divinità medica, sgorgano tra i 48 e i 56 C° e sono idonee per l’aerosolterapia, i fanghi per la cura di diverse patologie: reumatismi, malattie dell’apparato digerente, artrosi e cura di lesioni traumatiche. Durante alcuni lavori di ristrutturazione degli edifici termali effettuati nella seconda metà dell’Ottocento vennero ritrovate monete, ex voto, vasi in metallo prezioso, tra cui quattro bicchieri in argento detti Bicchieri di Vicarello, oggi conservati al Museo Nazionale Romano di Roma. I bicchieri, riportano sulla superficie esterna in quattro diverse varianti l’itinerario da Cadice a Roma con i nomi delle tappe, le distanze tra una e l’altra e la lunghezza complessiva del percorso.
AREE NATURALI
Il lago di Bracciano
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Il lago di Bracciano, detto anche lago Sabatino è un lago di origine vulcanica, originato dal crollo della parte sommitale della camera magmatica avvenuto in conseguenza dello svuotamento della stessa all’incirca 300mila anni fa che ha formato una caldera o depressione vulcanico-tettonica. Per estensione è il secondo lago del Lazio e ha una profondità di 164 metri s.l.m., è alimentato da sorgenti sotterranee e piccoli fossi. Il Suo emissario, il Fiume Arrone sfocia sul tirreno nei pressi della città di Fiumicino. Si valuta che il tempo per il ricambio delle acque si aggiri intorno ai 137 anni. Insieme al Lago di Martignano fa parte del parco Naturale Regionale di Bracciano–Martignano. Nelle sue acque si trovano numerose specie ittiche, coregone, anguille pesce persico. La zona è popolata anche da avifauna di palude svasso, cormorano, folaghe, aironi, e cigni. La vegetazione è tipica delle zone palustri.
Cascate di Castel Giuliano
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Partendo dal borgo di Castel Giuliano, attraverso un sentiero di media difficoltà, lungo circa 10 Km tra andata e ritorno, si possono raggiungere le Cascate immerse in una vegetazione rigogliosa. Le principali visibili lungo il percorso sono: la cascata Superiore che è la più alta, con un salto di circa 30 metri sul laghetto sottostante, la cascata dell’ospedaletto, la cascata Inferiore, la cascata dell’arenile e infine la cascata del Moro. Il percorso si estende fino ad arrivare alla cittadina di Cerveteri. Per arrivare: Percorrere la Via Braccianese fino all’incrocio dove si trova la sede la Scuola di Artiglieria; poi girare a sinistra e seguire le indicazioni per Castel Giuliano.
Parco naturale regionale di Bracciano-Martignano
Il Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano, è stato istituito con L.R. n.36 del 25 novembre 1999, comprende il territorio dei laghi delle colline e delle cittadine di Anguillara Sabazia, Bracciano, Trevignano Romano, Bassano Romano, Campagnano di Roma, Manziana, Monterosi, Oriolo Romano, Sutri e una parte del XX Municipio di Roma. Il parco è caratterizzato da una ricchezza di acqua e di fauna, da una ricca vegetazione, favorita dalla presenza di minerali di origine vulcanica. Queste caratteristiche contribuirono agli insediamenti abitativi fin dall’epoca Paleolitica. Il paesaggio presenta una ricca varietà di specie tipiche della macchia mediterranea, ma anche faggete, castagneti, cerrete. Non mancano le essenze tipiche del sottobosco, biancospino, corniolo, ginestra. Le zone dei laghi sono inoltre un sito di riparo per molte specie avicole. Costituiscono la seconda zona umida del Lazio per presenza di avifauna, si possono avvistare il fischione, il germano reale, l’alzavola, il mestolone. Presenti anche le specie tipiche dei canneti e rapaci. Significativa anche la presenza dei mammiferi, ad esempio il gatto selvatico, la lepre italica. Nei boschi sono frequenti il tasso, il ghiro, l’istrice, la volpe, la donnola, il riccio, il cinghiale. Nel paro troviamo anche numerose specie di anfibi, la salamandrina dagli occhiali, il tritone crestato, la rana; ma anche rettili, il biacco, le testuggini. Nei fondali si trovano diverse specie ittiche, alcune non originarie della zona, come ad esempio il coregone, il persico trota la gambusia. Sono presenti inoltre il latterino e l’anguilla.
MUSEI
Museo Civico di Bracciano
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Il museo inaugurato nel 2006, si trova al piano terra dell’ex convento agostiniano di Santa Maria Novella. Il convento nel 1648 divenne sede della scuola di logica e filosofia per i novizi. Nel chiostro è presente un pozzo recante gli stemmi di Paolo Giordano Orsini e Isabella De’Medici.Al suo interno sono esposti diversi manufatti di varie epoche storiche, dall’epoca etrusca fino al XIX secolo, appartenenti al Comune di Bracciano, al FEC (Fondo edifici di Culto) e in parte a collezioni private. Il percorso espositivi si snoda in sei sale tematiche. Nella sezione archeologica si trovano le opere donate dalla famiglia Panunzi, l’apollo di Vicarello concesso in comodato dallo Stato e reperti provenienti dal territorio. Nella sezione storico artistica si trovano mappe, stemmi e oggetti legati alla storia della città. Tra le altre opere: La scultura di Venere e Adone di Cristoforo Stati del XVI secolo e un busto del Cristo del XV secolo attribuito alla cerchia di Andrea Bregno.
Museo storico dell’Aeronautica Militare
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Il museo uno dei più grandi al mondo, si trova nell’idroscalo di Vigna di Valle è stato realizzato per volontà della Forza Armata per dare una degna collocazione al patrimonio aeronautico italiano. Il sito dove è stato istituito il museo è nato nel 1904 come primo Cantiere Sperimentale Aeronautico per volontà del maggiore del Genio Mario Maurizio Moris. Nel 1908 venne inaugurato l’Aeroporto di Vigna di Valle, oggi intitolato a Luigi Bourlot e qui venne costruito ed effettuò il primo volo il primo dirigibile italiano. In seguito è diventato Centro sperimentale per gli idrovolanti e l’armamento navale. Il museo è stato inaugurato nel 1977 alla presenza del Presidente Giovanni Leone. Viene gestito dall’Aeronautica Militare ed occupa le strutture che furono prima del Centro Sperimentale Aeronautico e del Centro Sperimentale per gli idrovolanti e per l’armamento navale.
Accoglie al suo interno circa 80 velivoli e cimeli aeronautici di vario genere utilizzati a scopo militare, che raccontano la storia del volo militare e dei suoi protagonisti. Il percorso espositivo si sviluppa su 13000 mq ed è disposto su quattro padiglioni Troster, Velo, Badoni, Skema, ed uno spazio esterno, con settori dedicati ai pionieri, alle due guerre, per terminare con la rinascita post bellica. Oltre ai velivoli ed ai motori, si possono ammirare, cimeli legati all’aeronautica, armi, apparecchiature fotografiche, apparati radioelettrici, equipaggiamenti di bordo. Il primo padiglione, il Troster è il più antico ed è dedicato agli albori dell’aeronautica fino alla prima guerra mondiale, sono qui esposti il pallone aerostatico di Garnerin del 1804, il barchino idroplano di Crocco e Ricaldoni ed uno degli Ansaldo S.V.A.5 utilizzati per il raid su Vienna. Il padiglione Velo è dedicato al periodo tra le due guerre, alle spedizioni polari dei dirigibili Norge ed Italia di Umberto Nobile, alle trasvolate atlantiche organizzate da Balbo. L’hangar Badoni è dedicato alla seconda guerra mondiale, con alcuni caccia costruiti in Italia, i cacciabombardieri ed i velivoli per l’addestramento. L’hangar Skema è dedicato ai velivoli di recente costruzione, i caccia, gli aerei da ricognizione, gli aerei acrobatici utilizzati dalle frecce tricolori. Il Museo si occupa anche al recupero e al restauro dei velivoli storici, grazie alla collaborazione di enti ed associazioni esterne. Attualmente il museo è chiuso.
Museo del Duomo di Santo Stefano
Al suo interno ospita un museo con cimeli religiosi di pregio: due trittici su tavola di cui uno rappresentante il Cristo Redentore con San Giovanni, San Nicola, la Vergine della Cintolatra e i santi Stefano e Lorenzo, datato al 1315 e attribuito a Gregorio e Donato D’Arezzo, un fonte battesimale e un ciborio in legno del cinquecento. Il Museo conserva inoltre una pittura su tavola del XVI secolo, attribuita a Pedro Fernandez di Murcia proveniente dalla Chiesa di San Lorenzo a Pisciarelli.
FRAZIONI
Pisciarelli
Pisciarelli dista 2 chilometri circa da Bracciano. Pisciarelli secondo i racconti era un luogo dove si rifugiavano i pescatori di frodo, nel 1466 era conosciuto come Pesculum, Peschio o Peschiarello, per la presenza delle sorgenti dell’acqua Praecila. La Contea è stata di proprietà della famiglia Orsini, fino alla fine del Seicento, quando Flavio Orsini fu costretto a vendere, sia il ducato di Bracciano che la Contea di Pisciatelli, agli Odescalchi. La contea è stata di proprietà della famiglia Torlonia per un breve periodo, nel 1847 è tornata nei possedimenti della famiglia Odescalchi. Nello stesso anno il principe Odescalchi rinunziò ai suoi diritti feudali su Bracciano e Pisciarelli, a favore dello Stato Pontificio.
Vigna di Valle
La frazione di Vigna di Valle si trova all’interno di un piccolo golfo sulla sponda meridionale del Lago di Bracciano. Nel suo territorio si trova la più antica infrastruttura aeroportuale italiana. L’aeroporto di Bracciano-Vigna di Valle, venne inaugurato nel 1908 ed in seguito svolse anche la funzione di idroscalo. Qui si trovano diverse installazioni dell’Aeronautica militare, tra cui il museo storico, il reparto sperimentazioni di meteorologia e una stazione ricevente del sistema satellitare SICRAL. Il luogo offre numerosi scorci panorami sul lago con litorali sabbiosi attrezzati con stabilimenti e zone libere.
Castel Giuliano
Castel Giuliano è una frazione a 7 Km da Bracciano, si tratta di un grande centro agricolo antica tenuta della campagna romana, con un palazzo padronale e le antiche case a due piani un tempo abitazioni dei contadini. Nel XVI la tenuta è diventata di proprietà della famiglia Patrizi Chigi Montoro con il titolo di marchesato, per passare nel 1750 ai al ramo dei Patrizi Naro Montoro; confinava con le tenute di Valle Luterana, Sasso e Petrischie.
Vicarello
Vicarello è una frazione a 7 km da Bracciano in direzione Trevignano Romano. In epoca romana il territorio apparteneva all’imperatore Marco Aurelio ed era conosciuto con il nome di Vicus Aurelius frequentato per la presenza delle terme Aquae Apollinares segno dell’attività magmatica del Vulcano Sabatino. In epoca medievale il territorio apparteneva ai Di Vico poi al Pio Istituto del Santo Spirito in Sassia ed in seguito allo Stato Pontificio. Nel 1573 Papa Gregorio XIII cedette il borgo al Collegio Germanico che nel 1737 costruì il primo stabilimento termale conosciuto con il nome di Bagni di Vicarello. Di fronte al borgo è situato il Casino dei Caccia della famiglia Orsini, detto anche Casina Valadier, perché venne acquistato dall’architetto Giuseppe Valadier, realizzato sui resti di una villa romana. A poca distanza da borgo sono visibili i resti di un acquedotto realizzato nel 109 d.C. dall’imperatore Traiano per alimentare l’odierno quartiere romano di Trastevere. Nella parte che affaccia sul lago, nel 1975 sono stati rinvenuti all’archeologa Maria Antonietta Fugazzola Delfino, i resti di un villaggio palafitticolo risalente all’età del bronzo e numerosi noccioli di Olea europea risalenti al 2000 a.C. Nella tenuta di Vicarello nel 1700 venne impiantato un oliveto, al suo interno si trova un edificio detto, Casa di Ledo, risalente all’epoca romana e che nel 2005 è stato adibito a Centro Visite del Parco Naturale di Bracciano e Martignano.