Trevignano Romano è una piccola località situata tra le provincie di Roma e Viterbo. Affaccia sulla riva nord del lago di Bracciano ed è situato alle pendici del Monte di Rocca Romana, la cima più alta dei monti Sabatini. Il suo nome è legato secondo la tradizione popolare alle tre viti presenti nello stemma, ma altre teorie fanno pensare che il nome sia legato alla parola Trebonianum, antico fondo della zona o secondo una citazione di Antonio Nibby che sia invece legato al nome di una villa romana di epoca imperiale appartenuta alla Gens Trebonia detta appunto Triboniana. Frequentata fin dal paleolitico come testimoniano alcuni ritrovamenti nelle località Montecchio e Monte dell’Olmo. Fu in seguito un importante insediamento etrusco, si ritiene che Trevignano sia stata la città etrusca di Sabate, che secondo una leggenda venne improvvisamente sommersa dalle acque del lago di Bracciano per l’ira degli Dei, ma la sua età, le sue origini e la sua esatta localizzazione sono ad oggi sconosciute. Dell’epoca etrusca restano numerose necropoli, corredi funebri e manufatti conservati presso il museo Civico Etrusco Prof. Gregorio Bianchini. Nel 387 a. C il territorio passò sotto il dominio di Roma. Restano a testimonianza numerose ville attualmente sommerse dalle acque del lago, un impianto termale in località Vicarello e tracce dell’acquedotto di Traiano. In epoca medievale Trevignano rientra nei possedimenti dei Prefetti di Vico ed in seguito della famiglia Orsini, a questo periodo si deve la realizzazione della rocca difensiva edificata per volontà di Papa Innocenzo III intorno al 1200 e presa d’assalto nel 1497 dalle truppe guidate da Guidobaldo da Montefeltro uomo di fiducia di Cesare Borgia durante la guerra contro gli Orsini. Il possedimento tornò tra i beni della famiglia Orsini con la salita al soglio pontificio di Giulio II. Nel XVII secolo la proprietà venne ceduta alla famiglia Odescalchi. Fra il XVIII e il XIX secolo Trevignano divenne di proprietà della famiglia del Grillo poi della famiglia Cybo Malaspina ed in seguito del Principe Cosimo Conti, il quale si adoperò per bonificare il territorio. Il territorio passò poi ai Torlonia, i Ginori Conti e i Del Drago che rimasero proprietari anche successivamente alla fine della Monarchia e all’istituzione della Repubblica, applicando sul territorio balzelli medievali tra i quali ricordiamo la Quarta regia. Grazie all’azione dell’Opera Nazionale Combattenti, le terre vennero espropriate e assegnate ai reduci di guerra. Nel 2018 e nel 2019 Trevignano Romano è stato l’unico comune lacustre del Lazio che ha ottenuto il riconoscimento internazionale Bandiera Blu simbolo di turismo sostenibile, accessibile e di qualità.
ARCHITETTURE CIVILI
La Rocca
La Rocca, di cui restano i ruderi, è stata edificata nel 1198 per volontà di Papa Innocenzo III, su una posizione strategica. L’edificio aveva una struttura a pianta quadrata con due porte di accesso difese da torri con camminamenti scavati nella roccia, una trincea lato sud ed una torre alta circa 30 metri. Fortificato dagli Orsini che ne divennero proprietari nel 1380, possedeva ben tre cinte murarie la prima a difesa del borgo era dotata di bastioni, la seconda era collocata in prossimità del castello. Dopo l’assedio da parte delle truppe di Cesare Borgia nel 1497, la rocca venne abbandonata all’incuria. Per raggiungerla ci si arrampica su una scalinata che parte dalla Chiesa di Santa Maria Assunta.
ARCHITETTURE RELIGIOSE
Chiesa di Santa Maria Assunta
L’edificio dominante l’abitato, venne edificato sulle fondamenta di un preesistete edificio gotico, intorno al 1500 e dedicato alla Vergine Maria Assunta in cielo. Il Campanile è più antico ricavato da una delle torri della cinta muraria della Rocca, come testimoniato dalla cortina in basalto, alcune feritoie murate; inizialmente era dotato di quattro campane attualmente ne restano due. La facciata cinquecentesca è definita da lesene e scomparti. L’interno ha una unica navata di forma rettangolare conserva opere di epoca medievale e rinascimentale, tra queste una Madonna in trono con bambino realizzata in legno nel trecento; il Trittico del Salvatore Benedicente del XII secolo firmato da Nicolaus de Petro Paulo e dal figlio Pietro. e un organo settecentesco. L’abside nella parete di fondo conserva affreschi raffiguranti la Dormitio Virginis, l’incoronazione e la successiva assunzione in cielo, realizzati nel 1517 da Pellegrino da Modena, pittore della scuola raffaelliana. Le quattro colonne in granito grigio provengono dalla non più esistente chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo, da cui probabilmente proviene anche l’acquasantiera in pietra chiara e l’edicola in marmo bianco. A destra del portone di accesso troviamo un altare con statua in legno della Madonna in trono con bambino. Tra il 1780 e il 1794 la chiesa venne ristrutturata dall’architetto Giuseppe Pellucchi. Dal piazzale della chiesa parte la scalinata che porta ai ruderi del castello Orsini. All’immagine della Vergine Assunta in cielo, conservata nella chiesa, è legata la Processione Mariana che si svolge nella notte di ferragosto sul lago di Bracciano.
Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria
La chiesa si trova nei pressi del palazzo comunale, appena fuori il centro storico. Venne costruita in epoca medievale sui resti di un edificio risalente all’epoca romana, come dimostrato dalla presenza di mura in opera reticolata nella facciata esterna e nella parete di sinistra. La facciata è molto semplice con portone centrale in pietra grigia e due finestre laterali poste al centro di due archi ciechi. La chiesa ha un campanile a vela. La pianta interna è a croce a navata unica con due cappelle laterali. Nella cappella di sinistra si trova una statua seicentesca in legno di Sant’Antonio Abate. Nell’abside tra due colonne in stucco di stile corinzio, si trova un affresco cinquecentesco con raffigurata Santa Caterina D’Alessandria tra San Sebastiano e San Rocco. Nel 1843 la chiesa venne adibita a granaio e successivamente a falegnameria. Nel 1928 in occasione delle celebrazioni di Tommaso Silvestri, il primo educatore dei sordomuti vissuto a Trevignano e morto nel 1789, sepolto nella cappella di sinistra della chiesa, l’edificio venne restaurato e riaperto al culto per ospitare le spoglie dell’abate.
Chiesa di San Bernardino da Siena
Dedicata al Santo Patrono della comunità, la chiesa è situata a circa un km dal centro del paese in prossimità del cimitero. Venne costruita nel 1452 nel luogo in cui sembra ci sia stato l’incontro tra San Bernardino da Siena e la popolazione trevignanese che temeva una invasione da parte dei saraceni. Il Santo consigliò i cittadini di tornare nelle proprie dimore e i pescatori di andare a pesca. I saraceni fortunatamente non arrivarono, ma le reti si riempirono di pesci. Da questa pesca miracolosa nacque la necessità di marinare il pesce per conservarlo. Edificio a navata unica, con altare maggiore in stile barocco, all’interno conserva il masso su cui il Santo si è innalzato per rivolgere la propria predica ai cittadini. Nell’abside un dipinto attribuito a Carlo Maratta riproduce la scena dell’incontro e della predica. Alla chiesa è legata la festa patronale del 20 maggio con la tradizionale Sagra del Pesce marinato, in ricordo del miracolo compiuto dal Santo.
AREE NATURALI
Parco Naturale Regionale di Bracciano – Martignano
Il Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano, è stato istituito con L.R. n.36 del 25 novembre 1999, comprende il territorio dei laghi delle colline e delle cittadine di Anguillara Sabazia, Bracciano, Trevignano Romano, Bassano Romano, Campagnano di Roma, Manziana, Monterosi, Oriolo Romano, Sutri e una parte del XX Municipio di Roma. Il parco è caratterizzato da una ricchezza di acqua e di fauna, da una ricca vegetazione, favorita dalla presenza di minerali di origine vulcanica. Queste caratteristiche contribuirono agli insediamenti abitativi fin dall’epoca Paleolitica. Il paesaggio presenta una ricca varietà di specie tipiche della macchia mediterranea, ma anche faggete, castagneti, cerrete. Non mancano le essenze tipiche del sottobosco, biancospino, corniolo, ginestra. Le zone dei laghi sono inoltre un sito di riparo per molte specie avicole. Costituiscono la seconda zona umida del Lazio per presenza di avifauna, si possono avvistare il fischione, il germano reale, l’alzavola, il mestolone. Presenti anche le specie tipiche dei canneti e rapaci. Significativa anche la presenza dei mammiferi, ad esempio il gatto selvatico, la lepre italica. Nei boschi sono frequenti il tasso, il ghiro, l’istrice, la volpe, la donnola, il riccio, il cinghiale. Nel paro troviamo anche numerose specie di anfibi, la salamandrina dagli occhiali, il tritone crestato, la rana; ma anche rettili, il biacco, le testuggini. Nei fondali si trovano diverse specie ittiche, alcune non originarie della zona, come ad esempio il coregone, il persico trota la gambusia. Sono presenti inoltre il latterino e l’anguilla.
Sentiero di San Bernardino del Malpasso
Il sentiero panoramico del Malpasso parte dalla Chiesa di San Bernardino da Siena e collega Trevignano a Monterosi. Risalendo le pendici delle Morra il sentiero attraversa un bosco di querce e cespugli della macchia mediterranea, durante il percorso di circa 8 km, si possono osservare i resti di un acquedotto di epoca traianea. Il sentiero era utilizzato in epoca rinascimentale dai pastori come percorso per il pascolo delle greggi, ma anche dai fedeli che volevano raggiungere il Santuario di Castel Sant’Elia. Il percorso naturalistico è ben evidenziato da un pannello posto in prossimità della chiesa, è percorribile a piedi in MTB e a cavallo.
Monumento naturale Le Pantane e Langusiello
Il Monumento è stato istituito nel 1997 per tutelare una delle più importanti zone umide, luogo ideale per la riproduzione e la sosta di numerose specie di avifauna, tra le quali la folaga, il germano reale, lo svasso, l’alzavola. Nei corsi d’acqua è presenta anche la salamandrina dagli occhiali.Si estende per circa 104 ettari ed è formato dalla zona paludosa delle Pantane e dal piccolo cratere del Langusiello, prosciugato da Domenico Grillo di Mondragone nel 1776, facendo defluire le acque nel lago. La zona umida è costituta dalla sponda lacuale ed è caratterizzata da numerose specie vegetali, le più diffuse sono la cannuccia di palude, il salice bianco, l’ontano, il pioppo nero, giglio di palude e la rara orchidea Epipactis Palustris.
Il falchi di Rocca Romana
Situato alle pendici di Monte Rocca Romana, all’interno del Parco Regionale di Bracciano Martignano, si estende su una superficie di circa 4 ettari. Nel centro si possono ammirare nei loro comportamenti naturali molte specie di rapaci diurni e notturni, tra le quali falchi, poiane e gufi. Nel bosco di cerri di Rocca Romana sono presenti diverse specie vegetative rare come ad esempio, il giglio rosso, il lilium asfodelo maggiore; alcuni tipi di orchidee tra cui l’elleborina e la platantera verdastra. Il centro si occupa di educazione ambientale e studio del volo dei rapaci.
MUSEI
Museo Civico Etrusco Romano “Prof. Gregorio Bianchini”
Situato al pianterreno del palazzo comunale, raccoglie reperti di epoca etrusca e romana. L’esposizione mostra i corredi delle tombe della necropoli dell’Olivetello, della tomba Annesi Piacentini e dei Flabelli, scoperte nel 1965. Tra i reperti di maggiore interesse un grande flabello in bronzo del VII secolo a.C., due grandi anfore con decorazione orientalizzante raffigurante un corteo nuziale una pantera e dei fiori di loto. Una sepoltura intatta di un guerriero risalente al VIII secolo a.C., completa di corredo funebre e dei resti di due carri. All’epoca romana risalgono un cippo in marmo e un bassorilievo decorato con tralci e grappoli di vite.